Innovazione finanziaria e futuri: F+ il futuro post Fintech del sistema finanziario “aumentato” - FinancialInnovation.it
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Innovazione finanziaria, strategic foresight e possibili futuri. F+ il futuro post Fintech del sistema finanziario “aumentato”.


Sergio Spaccavento, Presidente AIFIn, CEO MarketLab

In questo articolo sintetizzo alcune riflessioni tratte dall’ultimo Osservatorio AIFIn/MarketLab “Innovazione Finanziaria - 2020”.

Sempre più spesso i manager utilizzano il termine VUCA (Volatility, Uncertainty, Complexity, Ambiguity) per rappresentare un contesto ambientale più volatile, incerto, complesso e ambiguo.

In effetti, lo scenario di mercato in cui le istituzioni finanziarie hanno operato negli ultimi anni non è stato semplice.

L’analisi potrebbe partire da più lontano, almeno dalla new economy, ma vorrei ricordare che alla crisi del 2008 (mutui subprime) e del 2010 (debito sovrano) è seguita una lunga fase macroeconomica caratterizzata da bassa crescita e bassi tassi che ha avuto rilevanti impatti sull’industria finanziaria in generale e su quella bancaria in particolare.  Questo scenario insieme ad altre forze, quali la continua evoluzione normativa e la crescita delle attività/costi di adeguamento e compliance, la maggior pressione competitiva anche per effetto dell’ingresso di nuovi operatori Fintech, ecc., ha sottoposto a forte “stress” la sostenibilità dei modelli di business degli operatori del settore.

Le istituzioni finanziare hanno risposto a queste sfide principalmente rafforzando il patrimonio, avviando una politica di de-risking (come richiesto dalle autorità di vigilanza), ricercando maggiore efficienza (soprattutto sul fronte distributivo) ed economie di scala, investendo (forse non a sufficienza) in tecnologia e digitalizzazione.

L’industria finanziaria nel suo complesso ha beneficiato in termini di solidità e stabilità ma ha continuato a “soffrire” in termini di redditività, soprattutto per gli operatori con un business model tradizionale.

In realtà in molti mercati/aree di business in cui operano le istituzioni finanziarie (dal credito al consumo al private banking, alle assicurazioni auto, ecc.), pur con le dovute differenze e caratterizzazioni, i temi della pressione sui margini/redditività e dell’incertezza delle prospettive di medio-lungo termine sono stati delle costanti negli ultimi anni e restano ancora delle criticità rilevanti da risolvere.

Oggi con l’emergenza Covid-19 e i relativi impatti sull’economia e sul sistema sociale, il futuro è ancora più incerto.

L’Osservatorio, nell’ultima edizione, ha analizzato sia lo scenario vissuto dalle istituzioni finanziarie durante l’emergenza sanitaria (business continuty, resilienza organizzativa, sostegno ai clienti e all’economia reale ecc.) sia le sfide a medio-lungo termine.

L’analisi ha anche evidenziato la crescente rilevanza dei rischi emergenti. I rischi emergenti hanno suscitato molta attenzione negli ultimi anni, ma forse non sufficienti iniziative di prevenzione sia a livello istituzionale sia nei diversi e specifici settori industriali/produttivi, sottovalutandone spesso gli effetti trasmissivi e i potenziali rischi sistemici.

Il Covid-19 lo ha dimostrato. Oltre agli impatti economici, la pandemia porterà con sé anche importanti cambiamenti sociali, nelle modalità di relazione tra persone, nei comportamenti di consumo e acquisto, nella mobilità, nel lavoro, nella scuola/formazione, nella percezione e “paura” proprio verso i rischi emergenti, e in molti altri ambiti del sociale.

Nell’Osservatorio si è cercato di raccogliere anche le percezioni e previsioni dei manager sui trend di lungo periodo (10 anni), i possibili impatti per il settore bancario, assicurativo e finanziario e i relativi scenari. Infatti nella “nuova normalità” post Covid-19 si ritiene che ci sarà spazio nel sistema finanziario solo per quegli operatori che avranno saputo leggere e interpretare correttamente il futuro e i relativi cambiamenti “strutturali” che coinvolgeranno tutti gli stakeholder, definendo visioni, strategie e piani che dovranno necessariamente essere riformulati, in un contesto probabilmente completamente diverso, al fine di perseguire modelli di business sostenibili.

Scenari dunque particolarmente incerti, come abbiamo più volte evidenziato, dove la “miopia” o l’inerzia strategica delle istituzioni finanziarie potrebbero rappresentare un significativo rischio strategico, minacciando la loro stessa sopravvivenza nel mercato.

Tuttavia dietro un rischio emergente e/o strategico spesso potrebbe esserci anche una grande opportunità da cogliere.  Le fasi di discontinuità, infatti, ci pongono di fronte anche ad importanti sfide e rappresentano uno stimolo per innovare il modello di business.

Uno dei principali driver di cambiamento e discontinuità per il settore bancario, assicurativo e finanziario è sicuramente l’innovazione tecnologica (AI, Robotica, RPA, Blockchain, Realtà aumentata, ecc.) che è in costante accelerazione e sta crescendo a ritmo esponenziale. L’Osservatorio analizza dal 2006 i principali driver dell'innovazione finanziaria e quindi anche l’evoluzione dell’adozione della tecnologica nel settore e di quello che viene definito più recentemente come “Fintech”.

In un futuro - più o meno lontano - il contesto iper-tecnologico potrebbe cambiare decisamente la struttura e le dinamiche competitive dell’industria con l’ingresso di nuove “specie” di istituzioni finanziarie, evoluzione e ibridazione tra i modelli di business di BigTech, Fintech e operatori tradizionali.

Ma è ora di allungare l’orizzonte temporale di esplorazione e analisi (di quanto? 10, 20, 30 anni?) ed immaginare lo scenario "post Fintech".

Il nuovo scenario, da noi definito nel 2018 come F+, è un contesto ambientale e di mercato in cui le tecnologie oggi considerate emergenti (in particolare AI, Robotica, realtà aumentata e virtuale, ecc.) si svilupperanno, e soprattutto saranno adottate, in tempi più rapidi rispetto a quanto previsto oggi dal mercato, “potenziando” le capacità sia del cliente/consumatore che delle aziende. Alla base di tale scenario c’è quindi una accelerazione senza precedenti nell’adozione dell’innovazione tecnologica che renderà il contesto "fertile" per un nuovo e disruptive salto tecnologico. Un “Quantum Leap” spesso immaginato nei film di fantascienza che da sempre cercano di anticipare il futuro (si pensi a “Black Mirror”, “Her”, “Ex Machina”, ecc.).

Il neologismo F+ viene creato quindi da un parallelismo, in una logica “evolutiva”, con le previsioni dei “Future Studies” e con le teorie del transumanesimo (H+).

Ecco allora che il punto di partenza dell'analisi di questo scenario potrebbe essere quello di immaginare e comprendere il cliente del futuro: l’“augmented consumer”. Un concetto che in questo articolo intendiamo non solo legato allo sviluppo della realtà aumentata/virtuale, ma ad un cliente “potenziato” nelle sue capacità (cognitive e non)  grazie all’adozione di nuove tecnologie che gli permetteranno non solo essere sempre connesso e iper-attivo, di poter comunicare in modo diverso e molteplice, ecc. ma anche di poter elaborare meglio le informazioni, aumentando il suo “potere” di consumatore e riducendo le asimmetrie informative. 

Dall’altro lato avremo un ecosistema aumentato e “augmented organizations” che perseguiranno la “Hyper-Personalization” per rispondere in modo specifico e istantaneo ai bisogni e alle aspettative del “nuovo” consumatore.

Ma questo futuro non sarà privo di potenziali rischi etici e della necessità di protezione dei consumatori più deboli (es. chi non potrà accedere a certe tecnologie e/o dati), soprattutto nel sistema finanziario. 

Le sfide del sistema finanziario “aumentato” F+ saranno quindi sfide legate ai temi della sostenibilità, quali quelle indicate nell’Agenda ONU 2030, e più in generale ai grandi temi del futuro dell’uomo, come ad esempio il rapporto Uomo-Macchina, che evidentemente non potrà non coinvolgere anche il sistema finanziario del futuro.

La tecnologia chiaramente non è l’unico megatrend a cui guardare per esplorare e definire possibili futuri alternativi di lungo periodo. La rapida evoluzione dei fenomeni climatici, demografici, geopolitici, ecc., e non ultimi di altri rischi emergenti, a cui abbiamo già accennato, preannunciano un futuro sempre più incerto e possibili cambiamenti radicali.

Inoltre le interconnessioni tra fenomeni diversi e sempre più globali creano e determinano continuamente nuove minacce ed opportunità che richiedono, da parte del top management aziendale, coerenti e adeguate valutazioni e scelte strategiche di lungo periodo.

Lo stimolo che ho voluto dare in questo articolo è quello di imparare a guardare al futuro al fine di riconoscere i segnali deboli e  definire strategie di anticipazione e di innovazione.

Ecco allora che in questo contesto sempre più incerto e complesso la tradizionale “pianificazione strategica”, basata spesso sulla proiezione in avanti di serie storiche di fenomeni passati, manifesta i suoi limiti. Lo “Strategic Foresight” può essere quindi molto utile alle istituzioni finanziarie per meglio analizzare, capire e soprattutto prepararsi per il futuro.

 

[1] L'articolo è una sintesi di due articoli dell'autore pubblicati sulla rivista AIFIn  “Marketing & Finanza”:

- "Innovation governance e corporate governance: l’ innovazione   strategica per ambire al 'successo sostenibile' nella 'nuova normalità'" - n.1/2020

- "Strategic Foresight a supporto dello scenario-based planning, dell’innovazione e della gestione dei rischi strategici" - n.2/2020