Covid-19: “nuova normalità” e il ruolo dell’innovazione finanziaria - FinancialInnovation.it
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Covid-19: la “nuova normalità” e il ruolo dell’innovazione finanziaria


Perché l’incertezza legata agli impatti economici del Covid-19 e alla “nuova normalità” rappresenterà una forte spinta all’innovazione nel settore bancario, assicurativo e finanziario. I primi risultati della survey AIFIn/MarketLab.

È un periodo di grandi incertezze. Non è ancora facile ipotizzare quando l’emergenza sanitaria legata al Coronavirus finirà e quale sarà il costo umano e sociale di questa vera e propria “catastrofe”. Come non sono ancora realisticamente stimabili, ad oggi, i relativi impatti indiretti ed economici. Si moltiplicano le previsioni sulla possibile dimensione del “sicuro” calo del PIL (a livello mondiale, europeo e italiano) e dei relativi indicatori macroeconomici (disoccupazione, calo della fiducia e dei consumi, riduzione degli investimenti, possibili default di aziende, ecc.). Dati e analisi che saranno sicuramente da aggiornare frequentemente nei prossimi mesi perché, in questo momento, possiamo solo immaginare quella che in molti definiscono la "nuova normalità" post-Coronavirus. Tuttavia cambierà molto il prossimo futuro, di questo molti analisti sono certi.

Di fondamentale importanza saranno quindi le misure a sostegno dell’economia, la loro dimensione e tempestività, che il Governo italiano e l’Europa (ma più in generale tutti gli Stati coinvolti visto che siamo di fronte ad un fenomeno globale) dovranno adottare per limitare i danni della recessione. Decisioni difficili e complicate ma al tempo stesso necessarie e urgenti per far ripartire l’economia.  Da questo dipenderà molto del contesto in cui consumatori, lavoratori, aziende, istituzioni finanziarie, ecc. si troveranno a vivere ed operare nei prossimi anni.

Anche i top manager e i CdA delle aziende, di qualsiasi settore, stanno iniziando a valutare gli impatti che il Covid-19 avrà sui bilanci 2020 e sui piani strategici, sicuramente da rivedere significativamente perchè sviluppati in un contesto che ormai non c'è più.

AIFIn/MarketLab hanno provato in questo giorni a raccogliere, con una “quick survey”, le prime percezioni sullo scenario di mercato dei manager del settore bancario, assicurativo e finanziario coinvolgendo circa 30 istituzioni finanziarie.

“Ci troviamo di fronte potenzialmente ad una delle maggiori crisi economiche mai vissute e che alcuni analisti e opinion leader hanno paragonato, in termini di impatti, a quelle conseguenti alle guerre mondiali. Preservare la stabilità del sistema finanziario sarà di fondamentale importanza come anche garantire il contributo che lo stesso potrà dare per superare questa difficile e complessa situazione. Sarà necessaria da parte delle istituzioni finanziarie grande lungimiranza strategica e responsabilità sociale” dichiara Sergio Spaccavento Presidente AIFIn – Associazione Italiana Financial Innovation e CEO di MarketLab – Financial Marketing e Research. “Dato il livello di incertezza sarà necessario, in primis, analizzare e ipotizzare i vari futuri scenari macroeconomici e i relativi  impatti di business per ogni istituzione finanziaria, in termini reddituali/patrimoniali e operativi, ma anche i possibili rischi strategici a medio-lungo termine. Evidentemente gli impatti non saranno uguali per tutti in relazione al posizionamento di mercato”.

Dalla survey AIFIn/MarketLab emerge in modo chiaro, come indicatore di tale incertezza, l’ampia distribuzione delle risposte sui possibili effetti negativi in termini di riduzioni dei ricavi e reddittività per il 2020. I manager intervistati non hanno trovato quindi un’ampia convergenza sulla dimensione di tali impatti e alcuni di loro hanno indicato la difficoltà nel fare valutazioni in merito. Più ottimistici, invece, i tempi di un possibile recupero degli stessi indicatori economici ipotizzato dalla maggioranza dell'executive panel tra il 2021 e il 2022. Tuttavia ben il 90% dei manager rispondenti dichiara che il livello di incertezza nel definire i possibili scenari relativi al contesto economico e di mercato è alto-altissimo, a ulteriore conferma della difficoltà di ipotizzare stime sensate.

“Sarà difficile, almeno nel breve termine, fare forecast attendibili data la quasi unicità del fenomeno, anche in termini di impatti globali e sistemici” continua Spaccavento. “Ecco perché noi suggeriamo di utilizzare il foresight per immaginare possibili scenari futuri e relative opzioni strategiche. Le istituzioni finanziarie che sapranno, non solo definire e adottare nel breve periodo soluzioni di recovery, ma soprattutto leggere e anticipare il futuro per rafforzare la resilienza organizzativa e adattare il più velocemente possibile i loro modelli operativi e di business alla “nuova normalità” post Covid-19,  potranno riuscire, anche in uno scenario difficile e complesso, a ritrovare un'adeguata redditività se non addirittura ad acquisire veri e propri vantaggi competitivi, trasformando cosi una difficoltà in un'opportunità. La combinazione tra capacità di foresight e di innovazione risulterà quindi fondamentale”.

In questa situazione di "lockdown" le istituzioni finanziarie, come molte aziende, hanno già dovuto affrontare l’emergenza in termini di business continuity e cambiare il loro modo di lavorare attraverso un uso estensivo dello smart working e accelerare l'adozione di modalità di relazione digitale con i clienti. È stata una prima prova che ha fornito, tuttavia, indicazioni importanti su come potrebbe cambiare il modello operativo, evidenziandone criticità ma anche opportunità. Ad esempio l’engagement, la motivazione e la responsabilizzazione delle risorse umane in modello di full smart working e full digital sono alcune delle sfide da cogliere per cambiare più velocemente anche la cultura digitale aziendale.

È necessario quindi prepararsi ad un futuro che per una quota rilevante dei manager intervistati cambierà significativamente (di cui circa il 40% molto/moltissimo) sia a livello di domanda di mercato che di struttura del settore. 

Ai manager intervistati è stato inoltre chiesto di indicare i possibili altri impatti non strettamente economici (ricavi/reddittività) e i possibili rischi strategici, ma anche le opportunità, che le istituzioni finanziarie dovranno affrontare/cogliere. Gli spunti ricevuti dai manager rappresentano una prima base di riflessione sulle possibili aree di intervento.

“Il nostro suggerimento” riprende Spaccavento “è innanzitutto quello di attivare un ascolto continuativo e l'engagement degli stakeholders e di strutturare team leggeri e agili per aree di business/funzionali che sappiano trovare soluzioni, anche innovative, per dare risposte operative e strategiche a breve, medio e lungo termine. Inoltre andrebbe creato un "comitato strategico" a livello di corporate governance e un team dedicato a supporto del top management per analizzare e valutare i possibili rischi strategici e aggiornare il piano industriale sulla base di possibili scenari”.

Sul ruolo dell’innovazione nell’era post Covid-19 i manager intervistati non hanno dubbi: il 100% ha indicato l’innovazione come una priorità strategica nel nuovo contesto di mercato. Ma anche le modalità e il processo di innovazione dovrà probabilmente cambiare.

“L’esperienza di smart working di queste settimane ci ha inoltre dimostrato che è possibile gestire il processo di innovazione in modalità full digital. Questo è molto importante perché la capacità di far leva sull’intelligenza e creatività collettiva in modo veloce, efficiente ed efficace, per trovare soluzioni con diversi gradi di innovazione sarà uno degli elementi che faranno la differenza in termini competitivi nei prossimi anni” conclude Sergio Spaccavento.

La redazione di Financialinnovation.it