Impact Investing: la visione e la metodologia ESG di Credit Suisse - FinancialInnovation.it
Patrizia Noe_Credit Suisse

Impact Investing: la visione e la metodologia ESG di Credit Suisse


Intervista a Patrizia Noé, Head of Institutional Clients, Credit Suisse Asset Management

Qual è il posizionamento di Credit Suisse nell’ambito degli investimenti sostenibili?

Da oltre 15 anni Credit Suisse si posiziona tra i principali player nel settore dell’impact investing. Questo risultato si applica a tutte le Divisioni della Banca, senza differenze tra Paesi e continenti, ed è reso evidente grazie agli asset investiti in titoli obbligazionari green, al ruolo di pioniere nel microcredito e nei corsi di educazione finanziaria, al lancio del primo fondo d’investimento asiatico di impact investing in aziende non quotate a sostegno del commercio equo, alla collaborazione per la definizione dei principi di salvaguardia dell’ambiente tra tutti gli istituti bancari nel settore dell’energia solare, e infine al riconoscimento del nostro impegno per ridurre fortemente le emissioni di anidride carbonica durante lo svolgimento dell’attività bancaria. Possiamo quindi affermare che Credit Suisse ha creato e proposto opportunità d’investimento in questo settore molto tempo prima che l’espressione ESG o Impact Investing fosse coniata.

Consapevole dell’importanza strategica della finanza sostenibile e dell’Impact Investing per i nostri clienti e per la loro capacità di affrontare alcune tra le sfide più importanti a livello globale, a ottobre 2017 è stato istituito la Divisione Impact Advisory and Finance (“IAF”) alle dirette dipendenze del CEO del Gruppo. In questa Divisione le attività internazionali di Credit Suisse nell’impact investing e negli investimenti ESG sono state accorpate in un unico organismo, a cui è affidato il compito di definire, guidare e coordinare tutte le attività della Banca nel settore. Siamo convinti che questa sia la strada da percorrere, perché ci permette di condividere i comportamenti virtuosi, di utilizzare nel modo più efficace le risorse in tutte le aree geografiche in cui opera la Banca e di elaborare soluzioni olistiche a vantaggio dei nostri clienti. Per noi il focus sugli investimenti sostenibili è una scelta strategica perché intende realizzare o anzi superare il nostro obiettivo di contribuire a colmare le carenze individuate dagli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’ONU.

 

Quali sono le iniziative di Credit Suisse AM per promuovere i criteri di sostenibilità nella gestione dei propri portafogli?

Credit Suisse AM pone da sempre attenzione alle tematiche ESG sia nei portafogli liquidi che nelle soluzioni illiquide. Nell’ambito dei portafogli liquidi gestiamo un fondo pensione con un approccio etico fin dal 2004 e mandati per clienti italiani con strategie ESG per oltre 2 miliardi, abbiamo, quindi, un’importante esperienza in questo settore.

Il primo filtro prevede un’esclusione totale delle società riconosciute a livello di organismi internazionali che operano in business critici e pertanto chi investe con Credit Suisse non avrà mai società che producono bombe a grappolo, mine antiuomo o armi di distruzione di massa.

Il nostro approccio prevede inoltre l’esclusione dall’investimento in società che operano in alcuni business controversi come per esempio società che operano nel settore delle armi, dell’intrattenimento per adulti, dei giochi d’azzardo, del tabacco, degli alcolici, come anche le società che abbiano delle emissioni di carbonio inquinanti particolarmente elevate.

La nostra metodologia ESG ci permette di avere un’analisi in profondità delle aziende nell’universo investibile ed è personalizzabile in modo da permettere al cliente di definire i propri criteri ESG: la definizione di ESG passa attraverso una presa di consapevolezza molto personale e per questo motivo siamo perfettamente in grado di integrare nel portafoglio il pensiero del cliente.

In linea generale viene effettuata un’analisi delle società all’interno del singolo settore di appartenenza in modo da individuare le più virtuose e le meno virtuose tramite un rating ESG che va da AAA a CCC calcolato sulla base di 37 importanti fattori settoriali specifici Environmental, Social e Governance; tali informazioni sono rese disponibili al cliente in modo che possa decidere il rating delle società che vuole escludere dal portafoglio.

Viene inoltre analizzato per ciascuna società il rischio che la stessa possa incorrere in controversie – come è accaduto per Volkswagen o BP; alle società viene assegnato un Flag che va dal Verde al Rosso che indica il rischio specifico di controversie; anche in questo caso il cliente può definire il suo rischio ESG e determinare quale livello in termini di Flag escludere dal portafoglio.

 

Come viene declinato l’approccio ESG nelle soluzioni d’investimento illiquide?

Nell’ambito delle soluzioni illiquide soprattutto nell’investimento nel settore Immobiliare e Infrastrutture i principi cardine ai quali si ancorano i criteri di sostenibilità sono i 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’ONU e in particolare:

- “Climate action”, il cambiamento climatico è infatti la più grave minaccia all’economia mondiale con le emissioni di CO2 aumentate del 50% rispetto al 1990
- “Sustainable Cities”, dato che entro il 2030 il 60% della popolazione vivrà nelle città, che occupano solo il 3% della superficie terrestre, ma consumano il 60-80% dell’energia disponibile e sono responsabili del 75% delle emissioni di anidride carbonica.

In questo contesto il settore Real Estate ha un impatto significativo perché è responsabile del 30% delle emissioni globale di Co2, del 40% del consumo energetico e del 50% del consumo delle risorse naturali globali.

Anche l’Europa si è data degli obiettivi ambientali entro il 2020 quali quello di aumentare del 20% l’utilizzo di risorse rinnovabili e diminuire del 20% il consumo energetico.

A tal proposito Credit Suisse già dal 2012 ha sviluppato una partnership con Siemens per il monitoraggio e la sistematica riduzione del consumo energetico e delle emissioni CO2 in questo settore. In particolare, l’edificio, oggetto dell’investimento, prima di essere acquisito viene analizzato in termini di consumo ed emissioni per definire un target di efficientamento che consente la riduzione dei costi operativi. Un alto livello di efficienza energetica infatti ha un impatto positivo sia sugli affitti che sui prezzi di vendita.

Le attività di efficientamento prevedono l’ottimizzazione dei sistemi di riscaldamento e condizionamento oltre alla possibilità di installare centraline di previsioni del tempo per migliorare l’adeguamento delle temperature interne al variare della temperatura esterna. Inoltre tutti gli edifici vengono connessi al sistema online di monitoraggio di Siemens che controlla il consumo energetico puntuale e corregge immediatamente eventuale variazioni.

Questo è solo un esempio dei tanti interventi che nella nostra esperienza ci ha portato a risparmiare il 10/15% del consumo energetico su edifici come centri commerciali o uffici che si tramutano poi in risparmi rilevanti per gli affittuari con un ritorno positivo su affitto e prezzi.

In Credit Suisse l’investimento in Infrastrutture è declinato anche in investimento in Infrastrutture legate all’energia. Anche in questo contesto l’investimento risponde agli obiettivi sostenibili dell’ONU quali “Affordable and clean energy” e “Industry, Innovation and Infrastructure” oltre a quelli già citati.

Gli investimenti in infrastrutture energetiche che noi sosteniamo sono considerati sempre più cruciali perché andiamo a finanziare nuovi progetti per espandere la produzione di energia rinnovabile.

Non investiamo in infrastrutture che sfruttano i combustibili fossili o l’energia nucleare, ma investiamo nell’energia eolica, solare, geotermale. Investiamo nell’energia pulita cercando di migliorare il mix energetico con la riduzione delle emissioni di anidride carbonica e generando un basso impatto ambientale.