P2P Lending: un nuovo settore di interesse per i consumatori - FinancialInnovation.it
Rosy Alaia

P2P Lending: un nuovo settore di interesse per i consumatori


Rosy Alaia, CEO, Smartika

Membro Advisory Board AIFIn

Come si configura lo scenario di mercato per una fintech nel Consumer Credit e in particolare nel P2P lending?

Nonostante sia piuttosto giovane in Italia con le prime piattaforme online solo dal 2012, il settore del P2P lending sta crescendo a un ritmo esponenziale a partire dal 2016.

Partiamo dai numeri: nel primo trimestre 2019 le piattaforme italiane hanno erogato 309 milioni di euro, superando il miliardo e mezzo, con una crescita anno su anno di oltre il 150%. Si è registrato un nuovo record trimestrale anche per il segmento dei prestiti agli individui. Le piattaforme che si occupano di prestiti personali, come Smartika, hanno originato nei primi tre mesi dell’anno 33,9 milioni di euro di nuovi prestiti (+41% anno su anno) e in tutto hanno generato un volume di 243 milioni di euro. Sono numeri ancora piccoli, ma che esprimono incrementi a tre cifre e mostrano uno spazio di crescita ancora enorme.

L’attenzione dei consumatori verso queste forme alternative di erogazione di credito sta crescendo in un mercato, qual è quello italiano, che è tra i più regolamentati al mondo. Le piattaforme sono inserite in un triplice sistema di controlli che vede coinvolte Banca d’Italia, Consob e Oam, a seconda della forma giuridica che la società assume, e che sta suscitando sempre maggior interesse anche sul fronte istituzionale.

Le piattaforme di P2P Lending nel credito al consumo come Smartika hanno l’obiettivo di agire come abilitatore che consente l’incontro della domanda e dell’offerta di credito, in quello che viene definito “marketplace”. All’interno del marketplace un algoritmo di matching consente l’abbinamento delle richieste che provengono dai Lender e dai Borrower. La selezione dei Borrower avviene in base a un’attenta analisi del merito creditizio dei clienti nell’ottica di preservare quanto più possibile la financial inclusion anche dei soggetti che attualmente possono avere difficoltà nell’accesso al credito. I Lender, cioè coloro che intendono investire all’interno della piattaforma, hanno la possibilità di accedere ad una modalità alternativa di investimento nel mercato, complementare rispetto ad altre modalità di definizione del proprio portafoglio sulla base delle valutazioni collegate al rischio/rendimento atteso.

La piattaforma web di Smartika.it mette in contatto Richiedenti e Prestatori e consente loro di concludere i prestiti con un accordo diretto e vincolante. Smartika.it gestisce il regolare e tempestivo flusso dei pagamenti tra Prestatore e Richiedente nelle fasi di erogazione e rimborso del prestito. A tal fine apre ad entrambe le parti un conto di pagamento, nominativo e gratuito, su cui esegue le operazioni indicate dagli utenti sulla piattaforma web, sia per concludere un prestito sia per la normale gestione del conto, ad esempio per aggiungere o ritirare fondi.

Dal suo lancio, tramite la piattaforma, sono stati erogati circa 30 milioni di euro di prestiti. Ciò vuol dire che sono stati erogati più di 5 mila prestiti e che più di 6 mila persone hanno deciso di impiegare il loro capitale per finanziarli.

A mio parere l’aspetto dirompente è la declinazione social e shared dei comportamenti di consumo dei clienti con riferimento al mondo economico e finanziario, insieme alle potenzialità offerte dalla PSD2 che ha aperto il mercato dei pagamenti a nuovi soggetti; questi due elementi generano benefici anche per gli attori tradizionali. Il successo nell’adozione dell’innovazione nei soggetti “tradizionali” dipende dalla capacità di offrire alla clientela servizi a valore aggiunto in linea con quelli già offerti da nuovi concorrenti, tra cui le fintech. L’approccio delle banche è al momento quasi totalmente guidato dalle esigenze di adeguamento normativo (67%) anche se ormai il 38% degli istituti di credito sta cogliendo anche le opportunità di innovazione.

 

Come membro dell’Advisory Board di AIFIn, quali suggerimenti può dare ai manager del settore sul tema dell’innovazione?

L’innovazione nasce dal mettersi costantemente in discussione, dal chiedersi sempre se possiamo fare meglio. I presupposti per l’innovazione sono quelli della "Make it happen attitude" che consistono in un insieme di caratteristiche personali come apertura, curiosità, perseveranza, coraggio e miglioramento continuo.

Queste caratteristiche non si limitano a definire coloro che ci lavorano, ma sono parte della stessa organizzazione, che spinge tutti indistintamente a un processo di evoluzione continua che stimola la vision su ciò che ancora non c’è, con l’obiettivo del miglioramento del mondo che ci circonda tramite la costruzione di nuove strade senza timore dei cambiamenti. L’innovazione sorge a qualsiasi livello di responsabilità e permette l’emergere dei talenti: bisogna sempre avere la possibilità di esprimere la propria opinione, anche quando ciò significa mettere in discussione quello che viene proposto dall'alto.

È fondamentale che il processo di innovazione diventi un processo aziendale: il valore, infatti, non nasce per caso, ma viene creato su qualcosa che già esiste. Le persone devono essere messe nelle condizioni di avere iniziative, di esprimere la propria energia e intraprendenza per uscire dalla propria zona di confort con creatività. Per portare a buon fine il processo innovativo bisogna essere in grado di esplorare in tutte le direzioni e, una volta individuata l’opzione migliore, è necessario saper scegliere.