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L’IT nel settore bancario italiano


La Rilevazione, curata annualmente dalla CIPA in collaborazione con l'ABI, fornisce un quadro aggiornato sull'utilizzo dell'Information and Communication Technology nel settore bancario nazionale, con particolare riguardo alle scelte IT in materia di metodologie e tecnologie innovative a supporto dell'operatività bancaria.

La “Rilevazione sull’IT nel settore bancario italiano – Profili tecnologici e di sicurezza” affronta, in questa edizione, il tema della digital transformation in banca e include l’approfondimento sui principali trend tecnologici di interesse per il mondo bancario, introdotto dall’edizione 2018.
Il campione della Rilevazione è costituito da 20 gruppi bancari, che rappresentano il 93% del totale attivo del settore bancario italiano, e da quattro banche singole.

Il primo capitolo esamina gli obiettivi strategici ritenuti più rilevanti nel percorso di trasformazione digitale delle banche; tra essi figurano nelle prime posizioni il rafforzamento della cyber security, il miglioramento dell'esperienza digitale del cliente anche attraverso l'evoluzione della piattaforma
multicanale, la modernizzazione di sistemi e architetture IT nonché la revisione dei modelli di business in chiave digitale.
Al 2021, il livello di digitalizzazione dei processi bancari si colloca perlopiù in fascia media, ad eccezione di alcuni processi che si posizionano in fascia medio-alta, come la gestione della sicurezza e dei sistemi informativi. Il ricorso a tecnologie FinTech risulta complessivamente ancora limitato.
In prospettiva, nel 2022-2023 si prevede un generale aumento della digitalizzazione in tutti i processi.
Dall’analisi sui driver emerge che il fattore che ha avuto l’impatto più elevato è quello legato all’emergenza pandemica, seguito dall’evoluzione dei comportamenti digitali dei clienti; l’offerta crescente di servizi bancari digitali e l’accelerazione dell’innovazione tecnologica hanno avuto un impatto medio-alto; meno rilevante risulta l'interazione con il mondo FinTech e BigTech.
Tra i benefici ottenuti dal processo di digitalizzazione spiccano la possibilità di accedere a forme di lavoro ‘agile’, il miglioramento della qualità e dell’efficienza nella relazione con il cliente. Tra le criticità riscontrate emerge la presenza, ancora rilevante, di clienti con scarsa alfabetizzazione digitale, gli impatti sui processi esistenti, la cultura aziendale e il reperimento di competenze specializzate.
Gli impatti migliorativi della trasformazione digitale sui processi si riscontrano principalmente nella semplificazione/revisione dei processi esistenti e nel disegno/sviluppo di nuovi processi, in particolare per le aree Commerciale, Back office e Front office. L’area Governo beneficia della digitalizzazione in misura inferiore.
L’offerta di funzionalità aggiuntive su Internet e mobile banking risulta piuttosto simile tra i due canali ed è maggiore per i servizi riguardanti le aree Assistenza, Credito e Finanza, dove risalta il trading. Nell’area Pagamenti sono diffusi i bonifici istantanei mentre tra gli Altri servizi la maggior parte delle banche rende disponibili i servizi assicurativi. Nell’area dei Servizi bancari tipici, quasi tutti i rispondenti prevedono in prospettiva funzionalità di aggregazione conti, attivazione di servizi digitali e digital onboarding.
In relazione al percorso di migrazione a tecnologie cloud, si riscontra che al 2021 il 58% delle banche rispondenti fruisce, seppur con differenti livelli, di servizi erogati in cloud da fornitori esterni e il 29% ha avviato un percorso di trasformazione tecnologica per la fruizione di servizi in cloud o in ottica cloud-native.

Il secondo capitolo è dedicato agli aspetti organizzativi aziendali connessi con la trasformazione digitale. Gli interventi di revisione e aggiornamento avviati dalle banche riguardano soprattutto l’ambito informatico: l’adeguamento dei presidi per la cyber security risulta effettuato al 2021 per circa l’80% del campione e oltre il 65% ha realizzato l’adeguamento delle architetture infrastrutturale, applicativa e dati, nonché l’adeguamento delle metodologie di sviluppo. Nell’area Organizzazione la maggioranza dei rispondenti si è concentrata sulla revisione delle strutture e dei processi di business e dei processi IT. Di rilievo è il fatto che nove banche hanno costituito un centro di competenza IT per la digital transformation e altre sette intendono farlo nel biennio 2022-2023.
Nell’area del personale emerge una particolare attenzione al tema della formazione e alle iniziative di sensibilizzazione al digitale, indicate in prospettiva dai tre quarti dei rispondenti.
Quanto all’assetto adottato per il governo della digital transformation, prevale quello misto, che prevede una struttura organizzativa che agisce come cabina di regia e l’attribuzione di alcune attività realizzative/gestionali a singole unità organizzative.
Per l'attuazione del processo di trasformazione digitale il ruolo più rilevante, in termini di leadership, risulta quello del responsabile della funzione IT, seguito dal responsabile a livello business dei canali diretti e dal responsabile della funzione Organizzazione. In merito al reperimento di competenze per le iniziative IT volte alla realizzazione della strategia di trasformazione digitale, le banche si avvalgono in primo luogo di risorse interne e, in misura minore, di società di consulenza e global vendor.

Il terzo capitolo analizza le tecnologie e gli strumenti impiegati per il raggiungimento degli obiettivi di digitalizzazione. Gli ambiti più interessati dall’uso di tecnologie innovative sono: Credito, dove emerge un uso di tutte le tecnologie proposte, in particolare data analytics, BPM (Business Process Management), firma digitale; Back office, dove spiccano RPA (Robotic Process Automation), BPM e digital workplace; Employee experience, dove prevalgono digital workplace, BPM, data analytics, RPA; Pagamenti, dove rilevano le API (Application Programming Interface) - in particolare nei servizi di Open Banking - e le tecnologie biometriche; Digital Onbarding, caratterizzato dall’uso della firma digitale e dalla presenza delle tecnologie biometriche e dell’Intelligenza Artificiale. Cyber security e Antifrode sono i due ambiti con il maggiore ricorso all’IA e con un significativo utilizzo del data analytics; queste due tecnologie sono peraltro presenti in quasi tutti gli ambiti operativi. Infine, dieci rispondenti indicano l’uso della blockchain nel comparto interbancario.
Con riferimento all’identificazione del cliente nel processo di digital onboarding sui canali Internet e mobile, il riconoscimento con operatore da remoto è la modalità più utilizzata al 2021, seguita da riconoscimento facciale (da video o da selfie). L’adozione di SPID, al momento non utilizzato, è in valutazione o prevista da quasi tutti i rispondenti per il 2022-2023 su entrambi i canali. Circa la metà del campione sta valutando la possibilità di procedere all’identificazione del cliente tramite la Carta d’Identità Elettronica (CIE), mentre scarso interesse è riscosso dalla Carta Nazionale dei Servizi (CNS) e dal passaporto dotato di chip.
In merito all’autenticazione forte del cliente (SCA - Strong Customer Authentication), l'OTP (One Time Password) via App è la modalità più diffusa; risultano molto utilizzati anche l'OTP via SMS, il fingerprint e il riconoscimento facciale.
Per la continuous authentication, modalità di autenticazione dinamica che sfrutta informazioni comportamentali memorizzate durante ogni interazione con il cliente, i fattori più in uso sono l’indirizzo IP, la geolocalizzazione, i pattern comportamentali e la frequenza di utilizzo.
I principali strumenti Business To Employee (B2E) adottati nell’interazione con i dipendenti risultano lo smartphone e il digital workplace, seguiti dalla intranet evoluta in ottica B2E; per tutti si prevede un incremento di utilizzo nel biennio 2022-2023.

La seconda parte della Rilevazione è dedicata a un’analisi, ripetuta annualmente, sull’IT delle banche volta a fornire un quadro dei servizi tecnologici in uso, di quelli emergenti e di quelli obsoleti, e contiene un raffronto fra i risultati delle analisi relative al triennio 2019-2021.
Tra i modelli architetturali applicativi più ricorrenti, si confermano l'architettura legacy e la Service Oriented Architecture (SOA).
Con riferimento alle metodologie di sviluppo, predomina lo sviluppo waterfall, ma oltre l’80% dei rispondenti utilizza anche le metodologie incrementali/evolutive, agile, continuous software development e DevOps.
L’analisi della configurazione del data center evidenzia che, al 2021, l’infrastruttura tradizionale e quella con sistemi integrati sono ancora i modelli maggiormente utilizzati, mentre a partire dal triennio 2022-2024, e maggiormente a lungo termine, emergono anche le infrastrutture cloud-native e il Software Defined Data Center (SDDC).
Il ricorso delle banche a servizi erogati in cloud da parte di service provider risulta crescente nel tempo per tutti i service model (SaaS, PaaS, IaaS); rispetto ai servizi core, quelli non core risultano maggiormente interessati dal ricorso al cloud già nella situazione attuale.
La Rilevazione analizza il ciclo di vita dei servizi tecnologici nel settore bancario in relazione ai seguenti principali ambiti di applicazione: Accesso e sicurezza, Piattaforma applicativa, Dati, Architettura applicativa e supporto allo sviluppo, Supporto alla pianificazione e gestione, Tecnologie innovative a impatto trasversale. A tal fine, vengono prese in esame le seguenti fasi: “in uso” con le connotazioni “stabile”, “in crescita” (connotazione quantitativa), “in evoluzione” (connotazione qualitativa); “non in uso – in dismissione”; “in valutazione/sperimentazione”.
L’ambito Accesso e sicurezza presenta nel 2021 lo stesso fermento evolutivo riscontrato l’anno precedente. I servizi di Identity and Access Management Systems (IAM) e Security Information and Events Management (SIEM) sono utilizzati pressoché dalla totalità del campione.
In merito all’ambito Piattaforma applicativa, si osserva che oltre il 90% delle banche utilizza collaboration and unified communications ed ECM (Enterprise Content Management) e più dell’80% retail core banking, core financial management suites e CRM. I servizi su cui si registra una maggiore valutazione/sperimentazione sono chatbot/assistenti virtuali e roboadvisor platforms.
Per l’ambito Dati, tra le tecnologie con uso stabile, si distinguono RDBMS (Relational Database Management System), Business Intelligence (BI) e NoSQL databases, con uso in crescita data ingestion tools, BI e data storage, con uso in evoluzione data mapping tools, data storage e data integration and quality tools, in valutazione/sperimentazione real time analytics e NewSQL database.
Con riferimento all’ambito Architettura applicativa e supporto allo sviluppo, tra i servizi con uso stabile si distinguono le suite BPM, enterprise integration platforms, enterprise architecture tools e le suite SOA, con uso in crescita di application test automation e containers and containers orchestration, con uso in evoluzione di mobile apps development platforms, in valutazione/sperimentazione per containers and containers orchestration ed event driven application platforms.
L’ambito Supporto alla pianificazione e gestione è caratterizzato dalla fase di uso stabile, in particolare per desktop management software, remote management platforms ed enterprise asset management software. I servizi monitoring and performance tools e log management solutions si qualificano per un uso in crescita e in evoluzione per circa i due terzi del campione.
Infine, l’indagine analizza l’ambito Tecnologie innovative a impatto trasversale, caratterizzato da una maggiore presenza delle fasi di valutazione/sperimentazione e uso in crescita. Le tecnologie più utilizzate sono OpenAPI, Robotic Process Automation (RPA) e riconoscimento biometrico, seguite da Intelligenza Artificiale, Machine Learning (ML) e blockchain/DLT; per la fase di valutazione/sperimentazione prevalgono ML, cognitive computing, Intelligenza Artificiale e blockchain/DLT. Da segnalare infine realtà virtuale/aumentata e quantum computing, al momento non utilizzate ma in valutazione/sperimentazione per circa il 30% dei rispondenti.

Fonte: CIPA